
L’errore più costoso nelle vendite B2B: perché la generazione di lead non è l’acquisizione di ordini – Immagine: Xpert.Digital
Il marketing festeggia, le vendite frustrano: ecco come porre fine all'eterno conflitto sulla qualità dei lead
### Generazione di lead vs. Acquisizione di vendite: l'analisi che determina il successo delle tue vendite ### 1000 lead e nessuna chiusura? Perché la quantità intasa la tua pipeline e brucia i budget ### Stop alla "raccolta dati": come padroneggiare il salto cruciale dal contatto al cliente pagante ### Generazione di lead vs. Acquisizione di vendite: due facce della medaglia nelle vendite B2B ###
L'equivoco fatale: perché la differenza tra i dati di contatto e i clienti reali determina la sopravvivenza nelle vendite B2B**
In molte sale riunioni e uffici vendite prevale una pericolosa illusione: il presupposto che un database completo di contatti sia sinonimo di successo nelle vendite. Le aziende investono massicciamente in campagne di marketing, celebrano migliaia di download e invii di moduli come vittorie, solo per scoprire alla fine del trimestre che i dati di vendita sono stagnanti. Questa discrepanza tra l'euforia per i lead generati e la disillusione per la mancanza di vendite non è una coincidenza, ma piuttosto il sintomo di un malinteso di fondo.
È tempo di chiarire un'ambiguità concettuale che paralizza il panorama B2B da anni: equiparare la **lead generation** all'**acquisizione di contratti**. Mentre la prima implica semplicemente aprire una porta, raccogliere dati e stabilire un'accessibilità teorica, la seconda è l'arte di trasformare un potenziale cliente in un partner remunerativo attraverso la qualificazione, la creazione di fiducia e la negoziazione. Mescolare queste due discipline non solo spreca centinaia di migliaia di euro di budget, ma crea anche profonde divisioni tra i team di marketing e vendita.
Il seguente articolo offre un'analisi approfondita di queste due facce della medaglia. Esaminiamo l'evoluzione storica dalle classiche vendite per corrispondenza degli anni '20 alle previsioni basate sull'intelligenza artificiale di oggi. Analizziamo i diversi meccanismi, obiettivi e metriche che separano la generazione di lead dall'acquisizione di ordini e utilizziamo casi di studio reali per mostrare come le organizzazioni moderne superano questo ostacolo. Scopri perché meno lead spesso significano maggiori ricavi, come il ruolo della generazione della domanda si sta affermando e perché definire con precisione i punti di passaggio di consegne è la leva più importante per la scalabilità. Approfondiamo l'anatomia di un processo di vendita di successo che sostituisce la quantità con la qualità.
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- Trasformazione attraverso la crisi: perché i campioni nascosti si stanno ora concentrando sull'"approvvigionamento sistemico degli ordini".
Perché la tua azienda ha bisogno di comprendere il confine cruciale tra potenziali clienti e vendite
Le vendite B2B sono spesso fuorviate da un equivoco fondamentale: equiparare la generazione di lead all'acquisizione di ordini. Le aziende investono ingenti budget nell'acquisizione di dati di contatto e lo considerano un successo, mentre l'effettiva conversione in clienti paganti ristagna. Questa ambiguità concettuale porta a centinaia di migliaia di euro sprecati, team di vendita frustrati e opportunità di mercato perse. La differenza tra questi due processi non è semantica, ma fondamentale: risiede negli obiettivi, nei metodi, nei tempi e nella misurazione del successo.
I fondamenti concettuali: definizioni e rilevanza pratica
La distinzione tra lead generation e acquisizione di vendite non è solo una classificazione accademica, ma una necessità pratica per uno sviluppo aziendale efficiente e scalabile. La lead generation si riferisce al processo di raccolta delle informazioni di contatto di potenziali clienti per trasformare visitatori anonimi in contatti noti con cui un'azienda può comunicare direttamente. Questi contatti provengono da varie fonti, come moduli di siti web, download di white paper, registrazioni di webinar o telefonate. Un lead è quindi definito come una persona che ha fornito le proprie informazioni di contatto a un'organizzazione ed è, in linea di principio, raggiungibile.
L'acquisizione degli ordini, d'altra parte, è spesso utilizzata come sinonimo di vendita o sviluppo delle vendite. Rappresenta il passo successivo nel processo di trasformazione dei potenziali clienti in opportunità qualificate e, in ultima analisi, in clienti paganti. Questo processo include la qualificazione, l'analisi dei bisogni, la creazione della proposta e la negoziazione. L'acquisizione degli ordini è finalizzata alla chiusura immediata dell'affare, mentre la generazione di lead deve superare solo il primo ostacolo: l'interesse e la volontà di entrare in contatto.
Questa differenziazione è significativa per il management, poiché ha conseguenze dirette sull'allocazione del budget, sulla struttura del team e sulle metriche di performance. Un'azienda che genera 1.000 lead al mese, ma ne sposta solo 50 nella fase SQL e alla fine ne converte solo cinque in clienti paganti, ha un problema fondamentale non nella generazione di lead, ma nei processi a valle di acquisizione degli ordini. Al contrario, ci sono aziende che hanno un'eccellente acquisizione degli ordini ma ricevono troppo pochi lead qualificati perché la loro generazione di lead è inadeguata.
L'importanza di questa distinzione è cresciuta costantemente negli ultimi due decenni, parallelamente alla crescente complessità dei processi di acquisto B2B e alla frammentazione dei canali di marketing. In un contesto in cui la protezione dei dati sta diventando più rigorosa, il sovraccarico di informazioni è in aumento e gli acquirenti conducono le proprie ricerche in anticipo nel processo, la progettazione precisa di queste due funzioni sta diventando un vantaggio competitivo.
Dal marketing diretto alla moderna filosofia di vendita: la dimensione storica
Le radici della lead generation affondano nelle origini del marketing diretto, sviluppatosi dopo la Prima Guerra Mondiale. Aziende di vendita per corrispondenza come Eduscho e Quelle furono pioniere di questa strategia: utilizzavano la posta tradizionale per comunicare direttamente con i potenziali clienti, raccogliendo attivamente le informazioni di contatto dalle parti interessate. Questo approccio fu rivoluzionario perché consentiva un contatto diretto con il cliente finale senza la necessità del livello di intermediazione tipico della vendita al dettaglio tradizionale.
Con l'avvento della telefonia, poi della televisione e infine di Internet, i metodi si sono evoluti, ma il concetto fondamentale è rimasto immutato: l'identificazione e la raccolta dei dati di contatto dei potenziali clienti. La rivoluzione digitale dell'ultimo quarto del XX secolo ha accelerato drasticamente questo sviluppo. Con il World Wide Web negli anni '90, è diventato improvvisamente possibile raggiungere milioni di potenziali clienti a costi relativamente bassi.
Gli anni '80 segnarono una svolta nella filosofia aziendale in generale. La pressione competitiva aumentò e l'orientamento al cliente divenne sempre più centrale. Ciò portò a un più marcato spostamento verso il marketing diretto, anche in settori che tradizionalmente si basavano su relazioni commerciali personali o canali di distribuzione. La differenza tra marketing diretto B2B e B2C divenne più marcata: nel settore consumer, l'obiettivo era raggiungere un rapido successo nelle vendite. Nel settore B2B, tuttavia, si riconobbe che decisioni di acquisto più complesse richiedono tempo e che è necessario guidare i potenziali clienti attraverso processi di vendita più lunghi.
Il periodo compreso tra il 2000 e il 2010 circa ha visto la formalizzazione dei processi di gestione dei lead. Sono emersi strumenti specializzati e piattaforme di marketing automation, e i sistemi CRM sono diventati standard in molte aziende. Con questi sistemi è nata l'esigenza di definire criteri di qualificazione dei lead. I concetti di MQL (Marketing Qualified Lead) e SQL (Sales Qualified Lead) hanno guadagnato popolarità per strutturare il passaggio di consegne tra marketing e vendite.
Una svolta significativa si è verificata intorno al 2010 con il movimento dell'inbound marketing, guidato da aziende come HubSpot. Questo approccio ha spostato l'attenzione dalle semplici chiamate a freddo verso contenuti accattivanti che attraessero organicamente potenziali clienti. Ciò ha cambiato radicalmente il dibattito sulla lead generation: non si trattava più solo di un'attività di outreach aggressiva, ma anche di attrazione indiretta attraverso la creazione di valore.
Gli anni '20 hanno portato con sé due ulteriori sviluppi critici: in primo luogo, la crescente regolamentazione della protezione dei dati e della privacy (GDPR in Europa, CCPA in California) ha ridotto la disponibilità di dati di contatto raccolti indiscriminatamente. In secondo luogo, l'enorme crescita delle tecnologie di intelligenza artificiale e apprendimento automatico ha reso possibili nuove forme di previsione, segmentazione e personalizzazione. Allo stesso tempo, è diventato sempre più chiaro che la quantità di lead rappresentava un vicolo cieco. Le moderne organizzazioni B2B hanno riconosciuto che la qualità dei lead e la loro probabilità prevista di vendita erano più importanti dei numeri grezzi.
Questa evoluzione storica ha anche chiarito che la generazione di lead è un ambito distinto. Il reparto vendite non era semplicemente l'istituzione ricevente dei lead, ma parte attiva di un sistema più complesso. Qualificazione, analisi dei bisogni, posizionamento competitivo e negoziazione non sono meramente attività tecniche, ma competenze strategiche e interpersonali che differiscono significativamente dalla generazione di lead.
L'anatomia della differenza: differenze chiave nella definizione degli obiettivi, nella meccanica e nella misurazione del successo
Per comprendere appieno la generazione di lead e l'acquisizione di ordini, dobbiamo analizzare sistematicamente le loro differenze chiave. Questo include l'obiettivo fondamentale, i meccanismi utilizzati, l'orizzonte temporale e, ultimo ma non meno importante, la metrica del successo.
L'obiettivo è fondamentalmente diverso. La generazione di lead mira a costruire un database di contatti e quindi ad accedere a un gran numero di potenziali clienti. L'obiettivo principale non è la vendita, ma piuttosto l'apertura di un canale di comunicazione. Si potrebbe dire che la generazione di lead è una strategia di acquisizione dati. La maggior parte di questi lead si trova ancora in una fase molto precoce del proprio percorso di acquisto. Potrebbero aver identificato un problema generale o essere diventati curiosi, ma non hanno ancora cercato attivamente una soluzione.
La generazione di lead, d'altra parte, ha un obiettivo molto concreto: chiudere un contratto con un cliente pagante. Ogni attività di generazione di lead è orientata a questa conversione. Non è un obiettivo astratto, ma misurabile e, in ultima analisi, collegato a ricavi diretti. Un'organizzazione che si occupa di generazione di lead ragiona in termini di opportunità, dimensioni delle trattative e probabilità di chiuderle.
Anche il pubblico di riferimento varia notevolmente. Nella lead generation, il pubblico di riferimento è spesso definito in modo ampio. L'obiettivo è raggiungere tutti i potenziali clienti che hanno anche una minima probabilità di interessarsi in seguito. Ciò si traduce in un gran numero di contatti meno qualificati. Un lead può avere solo un interesse generico e non deve necessariamente corrispondere direttamente al Profilo del Cliente Ideale (ICP) di un'azienda.
Nell'acquisizione di clienti, il target group è definito in modo molto più ristretto. L'attenzione si concentra sui contatti che dispongono di un budget, di un problema reale che la soluzione aziendale risolve e di autorità decisionale. Questi sono classificati come SQL (Sales Accepted Lead) o SAL (Sales Accepted Lead). L'acquisizione di clienti opera con profili di clienti ideali definiti con precisione.
Le attività variano notevolmente. Le attività di lead generation tendono ad essere ampie e multiformi. Includono content marketing, SEO, pubblicità a pagamento su diverse piattaforme, webinar, social media, newsletter e altri canali di sensibilizzazione. L'obiettivo è informare, intrattenere, istruire e, di conseguenza, generare attenzione.
Le attività coinvolte nell'acquisizione degli ordini sono più mirate e dirette. Includono contatti telefonici, incontri di persona, colloqui di valutazione delle esigenze, preparazione e revisione delle proposte e negoziazioni. Si tratta di attività interpersonali e direttive che mirano a raggiungere una decisione.
L'orizzonte temporale varia radicalmente. La generazione di lead è spesso un'attività continua e a lungo termine. Un'azienda imposta campagne che durano mesi o anni per generare un volume costante di lead. Il periodo tra un'attività di generazione di lead e la vendita finale può durare mesi o anni.
Al contrario, l'acquisizione degli ordini avviene secondo cicli più concreti e brevi. Una volta acquisito un lead qualificato per le vendite, il team di vendita opera secondo cicli di vendita definiti, che spesso vanno da poche settimane a qualche mese.
I metodi di misurazione del successo variano considerevolmente. La generazione di lead viene spesso misurata in base al numero di lead generati, al costo per lead o al tasso di conversione da lead a MQL. Queste metriche sono relativamente astratte e non direttamente collegate al fatturato. Una campagna può generare 1.000 lead ed essere considerata di successo, anche se solo 10 di essi diventano successivamente clienti paganti.
La generazione di lead viene misurata utilizzando parametri di vendita concreti: il numero di trattative concluse, il volume medio delle trattative, il tasso di conversione da opportunità a trattative concluse e, in ultima analisi, il fatturato e il profitto diretti. Questo rende la misurazione del successo nella generazione di lead significativamente più diretta e pertinente per l'azienda.
Un punto critico tra questi due ambiti è la qualificazione dei lead. Si tratta del processo di trasformazione di un lead grezzo in un Marketing Qualified Lead (MQL), verificando se la persona è idonea per l'ICP (Individual Customer Profile) e mostra interesse. Il passo successivo è valutare se l'MQL può essere trasformato in un Sales Qualified Lead (SQL), determinando se esiste un problema reale, se è disponibile un budget e chi è il decisore. Questo processo di qualificazione funge da filtro: colma il divario tra il vasto pubblico di riferimento della generazione di lead e il più ristretto pubblico di riferimento dell'acquisizione di clienti.
I tassi di qualificazione sono significativi in questo contesto. Dati empirici mostrano che, in media, circa il 40% di tutti i lead generati si converte in Marketing Qualified Lead (MLQ). Di questi MLQ, in media circa il 38% si trasforma in Marketing Qualified Sales Lead (SQL). Ciò significa che, in uno scenario tipico, metà dei lead viene eliminata entro due fasi di qualificazione.
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Generazione della domanda, intelligenza artificiale e ABM: come le aziende B2B stanno costruendo la pipeline del futuro
La situazione attuale: la pratica moderna e le sue esigenze
Nell'attuale contesto B2B si è affermata una concezione differenziata della generazione di lead e dell'acquisizione di ordini, ma la confusione e la discrepanza tra marketing e vendite restano diffuse.
La moderna lead generation non è più semplicemente una questione di ampia diffusione, ma piuttosto di attivazione di contenuti mirati. Le aziende investono in content marketing, SEO, ABM (account-based marketing), webinar e campagne a pagamento su LinkedIn, Google e altre piattaforme. L'aspettativa è che questo sforzo crei una base di lead qualificati che possano essere trasferiti al reparto vendite. Ma anche qui emerge un problema: molte aziende generano lead senza una chiara definizione di cosa costituisca un lead qualificato. Il risultato è che i team di vendita vengono sommersi da un gran numero di contatti non disponibili, inadatti o immaturi.
Un fenomeno significativo dei nostri tempi è la proliferazione di strumenti di martech e il conseguente impegno per la conformità. Sebbene la moderna generazione di lead sia supportata da strumenti come HubSpot, Marketo o Salesforce, è anche soggetta a rigorosi requisiti di protezione dei dati. Il GDPR, ad esempio, ha ostacolato significativamente l'acquisizione di massa acritica di indirizzi email. Oggi la generazione di lead deve basarsi sul consenso informato, che spesso ne riduce il volume ma ne aumenta la qualità.
Nell'acquisizione ordini, si è affermata una forte tendenza parallela verso la figura degli SDR (Sales Development Representative) e degli Account Executive (AE), con ruoli chiaramente definiti. Gli SDR si concentrano sulle fasi iniziali di qualificazione e sensibilizzazione, mentre gli AE si concentrano sulla gestione avanzata delle vendite. Questa differenziazione dimostra che le organizzazioni moderne concepiscono l'acquisizione ordini come un ambito di competenza distinto.
Un'altra tendenza contemporanea è l'utilizzo di dati e analisi in entrambi gli ambiti. Le aziende che prendono decisioni basate sui dati registrano in modo dimostrabile tassi di conversione a funnel migliori. Gartner prevede che entro il 2026 circa il 65% delle organizzazioni di vendita B2B sarà passato a un processo decisionale basato sui dati. Ciò significa che sia la generazione di lead che l'acquisizione di vendite nelle organizzazioni moderne si baseranno su metriche definite e su un'ottimizzazione continua.
Tuttavia, sta emergendo anche un'altra tendenza: il passaggio dalla pura generazione di lead alla generazione di domanda. La generazione di domanda, come strategia separata dalla generazione di lead, mira a creare interesse generale e fiducia all'interno di un gruppo target senza raccogliere direttamente informazioni di contatto. Ciò spesso comporta attività di sensibilizzazione e coinvolgimento sui social media, contenuti di thought leadership, eventi di settore e iniziative simili. La generazione di domanda è intesa come lo sviluppo della domanda a lungo termine, mentre la generazione di lead si concentra maggiormente sull'acquisizione di contatti a breve termine. Ciò dimostra che le strategie si sovrappongono ma non sono identiche.
Un aspetto critico della realtà odierna è l'allineamento tra marketing e vendite. Le statistiche mostrano che le aziende con un eccellente allineamento tra marketing e vendite hanno tassi di chiusura delle trattative migliori del 67%. Ciò significa che la qualità della generazione di lead ha un impatto diretto sull'efficienza dell'acquisizione degli ordini. Un volume elevato di lead non qualificati porta a frustrazione nelle vendite, scarsa produttività e, in definitiva, a un calo dei tassi di chiusura.
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Implementazione pratica: casi di studio concreti dal mondo reale
Caso di studio 1: un'azienda di software con una crisi di identità
Un'azienda di software di medie dimensioni specializzata in prodotti per l'automazione del flusso di lavoro si è trovata ad affrontare un problema classico: il reparto marketing generava circa 300-400 nuovi lead al mese attraverso una combinazione di Google Ads, campagne LinkedIn e content marketing. Tuttavia, il team di vendita, composto da 15 account executive, era cronicamente oberato di lavoro. Il tempo medio di elaborazione dei lead era di circa due o tre ore, spesso senza che si concludesse un affare qualificato.
Dopo un'analisi approfondita, il problema è diventato chiaro: circa il 70% dei lead generati era costituito da individui generalmente attivi nel settore target, ma non soddisfacevano i criteri decisionali necessari. L'azienda generava molti lead, ma non abbastanza conversioni positive.
La soluzione non era generare più lead, ma perfezionarne la generazione. L'azienda ha implementato un rigoroso modello di lead scoring che considerava non solo la qualifica professionale del singolo individuo, ma anche le dimensioni dell'azienda, il settore e il comportamento di engagement. Inoltre, ha assunto dei Senior Lead Responsibility Manager (SDR) per gestire il processo di qualificazione iniziale prima di affidare un lead a un account executive.
Il risultato è stato significativo: il numero di lead generati è inizialmente sceso a 150-200 al mese, ma il tasso di lead-to-sales-contract (SQL) è aumentato dal 15% a circa il 35%. Il numero totale di SQL è rimasto pressoché invariato, ma la loro qualità è risultata significativamente superiore. Gli account executive hanno potuto concentrarsi su opportunità concrete, il tasso di chiusura è aumentato da circa il 22% al 31% e la dimensione media delle transazioni è aumentata di circa il 18%. In questo caso, concentrarsi sulla qualità della generazione di lead è stato un elemento chiave per migliorare l'acquisizione di business.
Caso di studio 2: un fornitore di servizi B2B con una svolta nella generazione della domanda
Una società di consulenza per l'ottimizzazione della supply chain si affidava da anni a una strategia di lead generation classica: Google Ads, download di white paper e telemarketing. Il volume era elevato, ma il rendimento era basso. L'azienda si rese conto che molti potenziali clienti nel settore target non erano ancora pronti per essere contattati perché non avevano ancora compreso appieno il problema.
L'azienda ha implementato una strategia parallela di generazione della domanda. Ha prodotto contenuti di lunga durata distribuiti all'interno del settore target, organizzato tavole rotonde virtuali con opinion leader, pubblicato regolarmente report di ricerca e scritto articoli su LinkedIn sulle attuali tendenze della supply chain. L'obiettivo non era direttamente la generazione di lead, ma piuttosto la creazione di consapevolezza e fiducia.
L'effetto è stato interessante: sebbene la generazione diretta di lead non sia inizialmente aumentata in modo significativo, la qualità di questi lead è cambiata significativamente. Le persone che hanno scoperto l'azienda attraverso attività di demand generation erano più avanti nel loro percorso di acquisto e avevano una maggiore probabilità di conversione. Allo stesso tempo, le richieste inbound sono diventate più frequenti, il che significa che i potenziali clienti si sono fatti avanti di propria iniziativa e hanno avviato il contatto. Il costo per acquisizione è diminuito, sebbene il numero assoluto di lead sia rimasto invariato. Ciò dimostra che demand generation e lead generation non sono strategie concorrenti, ma piuttosto che si rafforzano a vicenda.
Aspetti critici e questioni aperte: problemi della pratica attuale
Nonostante la maggiore chiarezza concettuale riguardo alla distinzione tra generazione di lead e acquisizione di ordini, emergono problemi ricorrenti e persistenti nell'implementazione pratica.
Il primo problema fondamentale è il dilemma volume-qualità. Molti reparti marketing vengono ancora misurati e valutati in base al numero di lead generati, non alla loro qualità o al successo di conversione. Questo porta a una perversione della generazione di lead: vengono generati quanti più contatti possibile senza una chiara valutazione della loro idoneità. Il risultato è che i team di vendita vengono inondati di lead inutilizzabili, con conseguente frustrazione, scarsa collaborazione e, in definitiva, scarsa motivazione.
Il secondo problema chiave è la mancanza di allineamento tra marketing e vendite riguardo alla definizione di lead qualificato. Non è raro che marketing e vendite abbiano interpretazioni diverse di cosa costituisca un MQL o un SQL. Il marketing potrebbe considerare un utente che ha scaricato un white paper come un MQL, mentre il reparto vendite potrebbe ritenere che ciò segnali solo un interesse minimo. Queste discrepanze portano a frizioni e risultati non ottimali.
Il terzo problema chiave è la mancanza di qualificazione dei lead nella pratica. Sebbene l'importanza della valutazione e della qualificazione dei lead sia teoricamente nota, molte organizzazioni non implementano questi processi in modo sistematico. Ciò è spesso dovuto alla mancanza di risorse o a infrastrutture insufficienti. Di conseguenza, la distinzione tra lead qualificati e non qualificati rimane poco chiara nella pratica.
Un quarto problema è la negligenza nel lead nurturing. Il lead nurturing è il processo di fornire ai lead non ancora pronti per la vendita contenuti e interazioni pertinenti per un periodo prolungato, al fine di portarli a un livello di maturità più elevato. Molte aziende si concentrano sulla generazione di lead e sul loro immediato passaggio al reparto vendite senza una fase di nurturing strutturata. Questo porta a abbandoni precoci e lead sprecati.
Un quinto problema è la sottovalutazione della strategia di generazione della domanda. Sebbene molte aziende si concentrino ancora fortemente sulla generazione di lead a breve termine, sottovalutano l'importanza della generazione della domanda a lungo termine. Ciò porta a fluttuazioni a breve termine nella qualità dei lead e a una dipendenza strutturale dalle campagne a pagamento.
Un sesto problema è l'ottimizzazione errata. Le aziende spesso ottimizzano la generazione di lead troppo in termini di volume e troppo poco in termini di probabilità di conversione. Un lead con un'alta probabilità di convertirsi in un'offerta ha un valore significativamente maggiore di dieci lead con una bassa probabilità di conversione.
Un settimo problema è il calcolo errato del ROI. Molte aziende calcolano in modo inadeguato il ROI delle campagne di lead generation. Spesso considerano solo i costi di produzione dei contenuti, ma non quelli dello strumento di marketing automation, della promozione dei contenuti, degli sforzi di qualificazione e dei costi di transizione alle vendite. Questo porta a calcoli del ROI eccessivamente ottimistici che non riflettono la realtà.
Un ottavo problema è la mancanza di monitoraggio del successo delle conversioni. Molte aziende generano lead ma poi perdono il controllo. Non riescono a tracciare quali lead si sono poi trasformati in clienti paganti e quali no. Questo crea un punto cieco riguardo alla reale efficacia della generazione di lead.
Il cambiamento imminente: tendenze e sviluppi futuri
Nei prossimi anni assisteremo a una trasformazione significativa nel modo in cui le aziende B2B gestiscono la generazione di lead e l'acquisizione di ordini.
La prima e probabilmente più influente tendenza è l'integrazione dell'intelligenza artificiale. L'intelligenza artificiale consentirà di ottenere un lead scoring significativamente più preciso, prevedere i modelli di acquisto e segmentare i lead in tempo reale. Diverse aziende che hanno integrato l'intelligenza artificiale nei propri processi di marketing e vendita stanno ottenendo un ROI superiore del 30% e hanno sette volte più probabilità di raggiungere i propri obiettivi di fatturato. L'intelligenza artificiale consentirà inoltre una comunicazione più personalizzata su larga scala, il che migliorerà i tassi di conversione.
Una seconda tendenza riguarda l'ulteriore differenziazione e specializzazione dei ruoli. La tradizionale distinzione tra marketing e vendite verrà ulteriormente affinata, includendo figure quali specialisti della generazione della domanda, specialisti della generazione di lead, responsabili della vendita diretta, account executive e customer success manager. Questa specializzazione porta a una maggiore concentrazione e a una maggiore efficienza.
Una terza tendenza è la crescente integrazione di marketing e vendite all'interno di un modello operativo di revenue management unificato. Le aziende avranno meno compartimenti stagni di marketing e vendite e team più integrati che lavoreranno insieme per raggiungere gli obiettivi di fatturato. Questo renderà il passaggio di consegne tra marketing e vendite più fluido e meno complesso.
Una quarta tendenza è il crescente utilizzo di dati acquisiti e di terze parti, anziché la raccolta di informazioni di contatto. A causa delle normative sulla protezione dei dati, le aziende saranno meno in grado di raccogliere informazioni di contatto senza consenso. Invece, investiranno di più nella costruzione di relazioni dirette con i potenziali clienti, ad esempio attraverso community, contenuti interattivi e coinvolgimento diretto.
Una quinta tendenza è il passaggio da metriche incentrate sui lead a metriche incentrate sugli account. L'account-based marketing (ABM) e l'account-based sales (ABS) continueranno ad acquisire importanza, in particolare nel segmento enterprise. Ciò significa che le aziende non ottimizzeranno più in base ai singoli lead, ma piuttosto in base all'intero account e alla sua probabilità di convertirsi in un affare importante.
Una sesta tendenza riguarda l'importanza delle Customer Data Platform (CDP). Le aziende moderne consolideranno i dati dei clienti su piattaforme centralizzate per ottenere una comprensione più olistica del customer journey. Ciò sarà vantaggioso sia per la generazione di lead che per l'acquisizione di vendite.
Una settima tendenza è il calo della prontezza all'acquisto dovuto alla generazione passiva di lead. Con più dati disponibili e più opzioni self-service, i clienti avranno già ricercato un prodotto o un servizio prima di parlare con un rappresentante commerciale. Ciò significa che la generazione di lead si concentrerà maggiormente sull'attrazione di candidati già informati e pronti all'acquisto.
Un'ottava tendenza riguarda la crescente importanza dei contenuti e della thought leadership. Man mano che le strategie di outreach diretto perdono efficacia (a causa dell'aumento di rumore e scetticismo), le aziende investiranno di più in contenuti di alta qualità che dimostrino la loro competenza e creino fiducia.
L'intuizione chiave per una gestione B2B di successo
La distinzione tra lead generation e acquisizione ordini non è un esercizio accademico, ma un fondamento concettuale essenziale per lo sviluppo di un business B2B di successo. Sebbene entrambe le funzioni siano correlate e si rafforzino a vicenda, differiscono fondamentalmente per obiettivi, metodi, orizzonti temporali e metriche.
La generazione di lead è un processo di acquisizione dati e awareness volto a creare un bacino di potenziali clienti raggiungibili. È la funzione che alimenta il funnel di vendita con il volume. L'acquisizione di vendite è un processo di conversione che mira a estrarre contatti idonei e di alta qualità da questo ampio bacino e convertirli in clienti paganti. Un'acquisizione di vendite efficace è impossibile senza una buona generazione di lead, ma una buona generazione di lead da sola non garantisce un'acquisizione di vendite di successo.
La sfida pratica risiede nel fatto che molte aziende non riescono a distinguere adeguatamente tra questi due processi o ne trascurano uno. Un'eccessiva attenzione al volume dei lead porta a una scarsa qualità dei lead e a frustrazione nelle vendite. Al contrario, un'eccessiva attenzione all'acquisizione di ordini a breve termine porta a colli di bottiglia nella pipeline e a fluttuazioni a breve termine nell'attività aziendale.
L'approccio standard moderno è un sistema equilibrato in cui la generazione di lead e l'acquisizione di ordini vengono gestite in parallelo, con interfacce chiare e criteri di qualificazione definiti. La generazione della domanda, in quanto investimento a lungo termine, è sempre più riconosciuta come un approccio complementare per creare una base continua di potenziali clienti pronti all'acquisto.
La tecnologia, in particolare l'intelligenza artificiale e l'analisi dei dati, trasformerà e perfezionerà entrambi i processi nei prossimi anni. Le aziende che comprenderanno questa trasformazione e la implementeranno proattivamente otterranno un vantaggio competitivo. Quelle che trascurano questa distinzione e si affidano a pratiche obsolete perderanno efficienza ed efficacia.
In definitiva, l'intuizione fondamentale è questa: la generazione di lead e l'acquisizione di ordini sono due competenze necessarie ma distinte. Nessuna delle due può avere successo da sola. La loro integrazione e il loro equilibrio sono i tratti distintivi delle organizzazioni B2B moderne ed efficienti. Le aziende che padroneggiano questo equilibrio e allineano con precisione la generazione di lead e l'acquisizione di ordini otterranno vantaggi competitivi sostenibili in un mercato B2B sempre più complesso e raggiungeranno costantemente i propri obiettivi di fatturato.
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