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Svolta climatica nell'UE? Sconvolgimento burocratico nel Meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (CBAM) – esentato il 91% delle aziende – Sollievo importante o greenwashing?

Un gioco di equilibri tra tutela del clima ed efficienza economica

Un gioco di equilibri tra tutela del clima ed efficienza economica – Immagine: Xpert.Digital

L'UE allenta l'adeguamento del carbonio alle frontiere: quali sono le conseguenze per gli obiettivi climatici e per l'economia?

Il meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (CBAM) dell'UE: una mitigazione con conseguenze di vasta portata e un contesto complesso

L'Unione Europea, pioniera nella protezione globale del clima, si trova ad affrontare una significativa correzione di rotta per quanto riguarda uno dei suoi strumenti più ambiziosi per combattere i cambiamenti climatici: il Meccanismo di adeguamento del carbonio alla frontiera (CBAM). Secondo una bozza di legge trapelata , la Commissione Europea prevede di attenuare significativamente i requisiti originariamente molto ambiziosi del CBAM. La proposta suggerisce che fino al 91% delle aziende attualmente soggette al CBAM sarebbe esentato dagli obblighi di rendicontazione e pagamento. Questa sorprendente svolta degli eventi solleva numerosi interrogativi e presenta sia opportunità che rischi per l'economia europea, il commercio globale e gli ambiziosi obiettivi climatici dell'UE.

L'obiettivo del meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere: tutela del clima e condizioni di concorrenza eque

Per comprendere la portata dei cambiamenti previsti, è essenziale esaminare innanzitutto l'intento e il funzionamento originari del CBAM. Il meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere è stato concepito come elemento centrale del pacchetto " Fit for 55 " dell'UE, un insieme completo di misure volte a ridurre le emissioni di gas serra dell'UE di almeno il 55% entro il 2030 rispetto al 1990 e a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.

Il CBAM si propone di affrontare contemporaneamente due problemi fondamentali:

1. Perdita di carbonio (spostamento di CO2)

Un problema chiave nel quadro di un'ambiziosa politica climatica è il cosiddetto "carbon leakage". Con questo termine si intende la delocalizzazione di industrie e processi produttivi ad alta intensità di emissioni in paesi con normative meno severe o addirittura inesistenti in materia di protezione del clima. Le aziende potrebbero essere tentate di spostare la propria produzione in regioni al di fuori dell'UE per evitare i costi delle emissioni di CO2 sostenuti all'interno dell'UE attraverso il sistema di scambio di quote di emissione dell'UE (EU ETS). Ciò non solo comprometterebbe gli obiettivi climatici dell'UE, ma creerebbe anche svantaggi competitivi per le aziende europee, soggette a standard ambientali più severi.

2. Creare condizioni di concorrenza leale

Il CBAM (meccanismo di adeguamento del mercato del carbonio) è concepito per garantire che le importazioni da paesi con standard di protezione del clima più bassi non determinino un ingiusto vantaggio competitivo rispetto ai prodotti europei. Applicando un prezzo del carbonio sui beni importati prodotti in settori ad alta intensità di emissioni, equivalente al prezzo UE, il CBAM mira a creare condizioni di parità. L'obiettivo è proteggere le aziende europee e, al contempo, incentivare le aziende extra-UE a decarbonizzare i propri processi produttivi.

Come funziona il CBAM originale: un complesso sistema di tariffazione della CO2 alla frontiera

Il CBAM è concepito come una sorta di tariffa sulle emissioni di CO2 applicata a determinati beni importati. Il suo funzionamento può essere semplificato come segue:

Registrazione delle emissioni “grigie”

Il CBAM mira a catturare le cosiddette emissioni "grigie" o "incorporate" che si generano durante la produzione di beni importati al di fuori dell'UE. Queste emissioni includono tutte le emissioni dirette e indirette di gas serra, dall'estrazione e produzione delle materie prime al trasporto delle merci.

Certificati CBAM

In futuro, gli importatori di beni soggetti alla normativa CBAM saranno tenuti ad acquistare certificati CBAM, il cui prezzo è collegato al sistema di scambio di quote di emissione dell'UE (EU ETS). Il prezzo di un certificato CBAM corrisponde all'attuale prezzo della CO2 nell'EU ETS. Il numero di certificati da acquistare dipende dalle emissioni incorporate nei beni importati.

Obblighi di segnalazione e notifica

Per rilevare con precisione le emissioni incorporate, gli importatori sono soggetti a obblighi di notifica e rendicontazione esaustivi. Devono fornire informazioni dettagliate sull'origine dei beni importati, sui processi produttivi e sulle emissioni associate. La Commissione Europea ha sviluppato linee guida e metodi per il calcolo delle emissioni incorporate, ma questi sono stati criticati in quanto complessi e burocraticamente onerosi.

Introduzione graduale

Il CBAM (Combined Carbon Mark) verrà introdotto gradualmente. Dall'ottobre 2023 è in vigore una fase transitoria, durante la quale gli importatori hanno solo obblighi di rendicontazione, ma non sono ancora tenuti ad acquistare certificati CBAM. L'obbligo effettivo di consegna dei certificati dovrebbe entrare in vigore nel 2026 e sarà pienamente attuato gradualmente entro il 2034. Inizialmente, il CBAM interesserà settori particolarmente emissivi come siderurgia, cemento, alluminio, fertilizzanti, elettricità e idrogeno. È prevista un'estensione ad altri settori, come la chimica organica e i polimeri.

Motivi dell'allentamento normativo previsto: burocrazia, oneri per le PMI e competitività

L'allentamento previsto della CBAM, in particolare l'esenzione del 91 percento delle imprese dagli obblighi di prelievo, è giustificato dalla Commissione UE con diverse argomentazioni:

1. Elevato onere burocratico

Uno dei principali argomenti a favore della semplificazione del CBAM è la riduzione degli oneri burocratici per le aziende, in particolare per le piccole e medie imprese (PMI). Gli obblighi di rendicontazione originari sono stati criticati da molte aziende, ritenendoli estremamente complessi, dispendiosi in termini di tempo e denaro. Il calcolo dettagliato delle emissioni incorporate, la raccolta dei dati lungo le catene di approvvigionamento e la documentazione necessaria hanno rappresentato una sfida significativa, in particolare per le PMI.

2. Onere amministrativo sproporzionato con scarsi benefici

I critici hanno sostenuto che l'onere amministrativo per molte aziende, in particolare per i piccoli importatori con bassi volumi di merci soggette al CBAM, era sproporzionato rispetto ai benefici effettivi del CBAM. I costi di conformità, ovvero l'adesione alle normative CBAM, potevano in alcuni casi superare le imposte effettive sulle emissioni di CO2, in particolare per le aziende con bassi volumi di importazione.

3. Competitività dell'economia dell'UE

Un altro fattore importante nell'ammorbidimento del CBAM è la preoccupazione per la competitività dell'economia dell'UE. Soprattutto nei settori ad alta intensità energetica, si temeva che il CBAM potesse comportare costi aggiuntivi per le imprese europee e indebolirne la competitività sul mercato globale. La semplificazione del CBAM mira a contribuire a ridurre l'onere per le imprese e a rafforzare la competitività dell'industria dell'UE.

4. Realtà politiche ed economiche

Anche le realtà politiche ed economiche sono alla base dell'allentamento del CBAM. La Commissione Europea è sotto pressione per ridurre l'onere per le imprese e stimolare l'economia, soprattutto in tempi di incertezza economica e aumento dei prezzi dell'energia. La semplificazione del CBAM può essere interpretata come una concessione alle imprese e un tentativo di aumentare l'accettazione da parte del pubblico e delle imprese del Green Deal e della politica climatica.

Punti chiave delle modifiche previste: attenzione ai grandi importatori e calcoli semplificati

Il progetto di legge per mitigare il CBAM propone essenzialmente le seguenti modifiche:

1. Eccezione per i piccoli importatori

La modifica più importante è l'introduzione di una soglia per gli obblighi CBAM. Di conseguenza, solo gli importatori che importano più di 100 tonnellate di merci soggette a CBAM all'anno saranno soggetti ai dazi CBAM. Le aziende al di sotto di questa soglia saranno esentate dagli obblighi di segnalazione e pagamento.

2. Esenzione del 91 percento delle aziende

Secondo la Commissione Europea, questa soglia è destinata a esentare circa il 91% delle imprese attualmente soggette agli obblighi CBAM. Ciò riguarda principalmente le piccole e medie imprese che importano solo piccole quantità di merci soggette a CBAM.

3. Concentrarsi sui principali importatori

Sebbene il 91% delle aziende debba essere esentato, la Commissione UE sottolinea che il 99% delle emissioni rilevanti verrà comunque registrato. Questo perché il restante 9% degli importatori, ovvero i grandi importatori, è responsabile della stragrande maggioranza delle importazioni e delle relative emissioni. Concentrarsi su questi grandi importatori mira a ridurre gli oneri amministrativi per la stragrande maggioranza delle aziende senza ridurre significativamente l'impatto climatico del CBAM.

4. Semplificazione dei calcoli delle emissioni

Oltre all'introduzione della soglia, anche i metodi di calcolo delle emissioni incorporate saranno semplificati. I dettagli di queste semplificazioni non sono ancora del tutto noti, ma si prevede che la Commissione Europea autorizzerà metodi di calcolo meno dettagliati e complessi. Ciò potrebbe includere, ad esempio, l'utilizzo di valori medi o fattori di emissione semplificati al posto di calcoli dettagliati a livello di prodotto.

5. Adeguamento della soglia per le esenzioni

Si prevede che la soglia delle 100 tonnellate verrà rivista e modificata, se necessario, a intervalli regolari per garantire che rimanga adeguata e consenta di raggiungere gli obiettivi desiderati. Potrebbe essere necessario un adeguamento dinamico della soglia per rispondere ai cambiamenti nei modelli commerciali e di emissione.

6. Esenzione dagli obblighi di informazione

Oltre a metodi di calcolo semplificati, si prevede anche un alleggerimento degli obblighi di rendicontazione. Ciò potrebbe includere, ad esempio, la riduzione della quantità di informazioni richieste su Paesi terzi, processi produttivi o catene di approvvigionamento. L'obiettivo è limitare gli obblighi di rendicontazione all'essenziale e ridurre al minimo gli oneri burocratici per le aziende.

Impatto e reazioni: tra approvazione e critica

Le modifiche proposte al CBAM hanno suscitato reazioni diverse, che riflettono un'ampia gamma di opinioni e interessi:

Approvazione aziendale

Le semplificazioni previste hanno ricevuto un particolare sostegno da parte dell'industria e delle associazioni imprenditoriali. Molte aziende, soprattutto PMI, accolgono con favore la riduzione della burocrazia e l'attenzione rivolta ai grandi importatori. Considerano le modifiche un passo nella giusta direzione per rafforzare la competitività dell'economia dell'UE e aumentare l'accettazione della CBAM (procedura di valutazione del mercato comune). Peter Liese, membro della CDU al Parlamento europeo ed esperto di clima, ha commentato positivamente le proposte, sottolineando che gli obiettivi principali del progetto politico rimarranno inalterati. Egli considera le semplificazioni un approccio pragmatico per migliorare l'attuazione pratica della CBAM.

Critiche da parte di organizzazioni ambientaliste e attivisti per il clima

Le organizzazioni ambientaliste e gli attivisti per il clima, tuttavia, criticano le semplificazioni previste. Temono che le semplificazioni possano ridurre l'efficacia del CBAM e compromettere gli obiettivi climatici dell'UE. Sostengono che il CBAM sia uno strumento cruciale per prevenire la rilocalizzazione delle emissioni di carbonio e stimolare l'azione globale per il clima, e che un'eccessiva flessibilità potrebbe compromettere questi obiettivi. I critici avvertono che esentare il 91% delle aziende invia un segnale sbagliato e potrebbe dare l'impressione che l'UE non prenda più sul serio la protezione del clima. Si teme che le semplificazioni possano creare scappatoie e che le aziende possano tentare di eludere gli obblighi del CBAM.

Reazioni dei paesi terzi e dei partner commerciali

Le modifiche al CBAM potrebbero anche suscitare reazioni da parte dei paesi terzi e dei partner commerciali dell'UE. Alcuni paesi, in particolare quelli in via di sviluppo, hanno già espresso preoccupazione per l'impatto del CBAM sulle loro esportazioni. Temono che il CBAM crei nuove barriere commerciali e ostacoli il loro sviluppo economico. Le semplificazioni potrebbero in qualche modo attenuare queste preoccupazioni, ma si prevede che l'UE dovrà proseguire il dialogo con i suoi partner commerciali per promuovere l'accettazione del CBAM ed evitare potenziali conflitti commerciali.

Il CBAM come parte di un pacchetto di riforme più ampio per ridurre la burocrazia

L'allentamento della CBAM (Corporate Compliance Assessment Procedure) fa parte di un più ampio pacchetto di riforme della Commissione Europea volto a ridurre la burocrazia. Questo pacchetto mira ad alleggerire gli oneri per le imprese e a rafforzare la competitività dell'economia dell'UE. Oltre alla CBAM, sono interessati anche altri ambiti, come la normativa UE sulla catena di fornitura e la rendicontazione sulla sostenibilità. La Commissione Europea sottolinea che si tratta di un pacchetto completo, concepito per trovare un equilibrio tra ambiziosi obiettivi ambientali e competitività economica.

Il futuro del CBAM: sfide e prospettive

Il meccanismo di adeguamento delle frontiere del carbonio continua a dover affrontare numerose sfide e presenta sia opportunità che rischi per il futuro:

Efficacia delle semplificazioni

Una delle questioni chiave è in che misura le semplificazioni previste porteranno effettivamente a una riduzione degli oneri burocratici senza compromettere l'efficacia del CBAM. Sarà fondamentale che la Commissione europea monitori attentamente l'attuazione delle modifiche e ne osservi attentamente l'impatto sulle imprese e sugli obiettivi climatici. Potrebbero essere necessari una revisione e un adeguamento periodici del CBAM per garantire che continui a raggiungere i suoi obiettivi.

Accettazione e imitazione globali

Il CBAM è uno strumento unico al mondo. La sua affermazione come modello per altri Paesi e regioni dipende da vari fattori, tra cui la sua attuazione pratica, l'accettazione da parte del mondo imprenditoriale e le reazioni dei partner commerciali. Un'attuazione efficace del CBAM nell'UE potrebbe incoraggiare altri Paesi a introdurre meccanismi simili e contribuire così a un prezzo globale del carbonio. Tuttavia, un eccessivo indebolimento delle sue disposizioni potrebbe segnalare che l'UE stessa non è più pienamente convinta del proprio strumento e ostacolarne la replicazione a livello globale.

Espansione ad altri settori ed emissioni

La Commissione Europea sta già valutando un'estensione del CBAM (Climate Control Assessment Model) per includere ulteriori settori ed emissioni. L'inclusione di prodotti chimici organici e polimeri è in fase di discussione e il piano a lungo termine prevede l'inclusione di tutti i beni coperti dal Sistema di Scambio di Emissioni dell'UE. L'estensione del CBAM ad altri settori ed emissioni aumenterebbe significativamente il suo impatto climatico, ma ne aumenterebbe anche la complessità e gli oneri burocratici. Sarà quindi fondamentale, nelle future espansioni del CBAM, tenere conto degli insegnamenti tratti dalla prima fase e mantenere un equilibrio tra impatto climatico e praticità.

Sviluppo tecnologico e innovazione

Il CBAM può anche fungere da incentivo per lo sviluppo tecnologico e l'innovazione nei processi produttivi a basse emissioni. Le aziende che investono in tecnologie a basse emissioni e decarbonizzano i propri processi produttivi possono ridurre i propri oneri CBAM e ottenere un vantaggio competitivo. Il CBAM potrebbe quindi contribuire in modo significativo alla trasformazione dell'industria e al raggiungimento della neutralità climatica.

Un gioco di equilibri tra tutela del clima ed efficienza economica

La prevista semplificazione del meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere dell'UE evidenzia le complesse sfide e il necessario equilibrio tra ambiziosi obiettivi climatici e competitività economica. Le semplificazioni rappresentano un tentativo di ridurre l'onere burocratico per le aziende e di aumentare l'accettazione del CBAM senza compromettere gli obiettivi fondamentali di questo strumento di protezione del clima. Se questo equilibrio avrà successo sarà chiaro nei prossimi anni. Sarà fondamentale monitorare attentamente l'attuazione del CBAM, osservarne attentamente gli impatti e adattare il meccanismo secondo necessità per garantirne l'efficacia e l'accettazione a lungo termine. Il CBAM rimane uno strumento importante e innovativo nella lotta ai cambiamenti climatici e il suo ulteriore sviluppo e la sua diffusione a livello globale saranno di grande importanza per il raggiungimento degli obiettivi climatici globali.

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