
Il grande sconvolgimento del mercato: un momento spartiacque per le industrie creative tedesche – Perché il modello classico dell’agenzia sta finalmente implodendo – Immagine: Xpert.Digital
Oltre 180 fallimenti entro novembre: i dati drammatici della crisi delle agenzie tedesche.
Fine dell'era del "tempo e dei materiali": chi non investe nell'intelligenza artificiale e nei prodotti ora scomparirà dal mercato.
Con 183 insolvenze già registrate solo al 10 novembre, il mercato sta vivendo un picco storico di fallimenti aziendali. Ma chiunque creda che si tratti solo di una temporanea recessione economica si sbaglia di grosso. Le attuali analisi del registro delle insolvenze e dei dati di mercato rivelano che stiamo assistendo a una crisi strutturale fondamentale. L'era della vendita di lavoro umano a pagamento ("tempo e materiali") sta venendo annientata da un mix tossico di disruption dell'intelligenza artificiale, erosione dei margini e cambiamento tecnologico.
Dal drammatico aumento dei fallimenti e dal dilemma morale del nuovo modello di "principale media" all'inevitabile questione della strategia di uscita: questo rapporto va al nocciolo della questione. Scopri perché la trasformazione in un fornitore di piattaforme o la vendita dell'agenzia sono ora le uniche opzioni rimaste per molti proprietari, e perché continuare a operare come prima è una strada sicura per raggiungere le statistiche sui fallimenti del 2026.
L'era "time-and-material" si riferisce a un periodo in cui i servizi, in particolare nei settori IT, consulenza e media, venivano fatturati prevalentemente secondo il modello Time & Material (T&M): i clienti pagavano in base al tempo di lavoro effettivo e alle risorse utilizzate, e il rischio finanziario di spese aggiuntive ricadeva in gran parte su di loro.
Al contrario, il modello "Principal Media" prevede che il fornitore di servizi non si limiti a svolgere il ruolo di consulente, ma acquisti, raggruppi, ottimizzi e rivenda spazi pubblicitari in qualità di "principale", realizzando un profitto. Questo sposta parte del rischio e della responsabilità sul fornitore di servizi, che viene quindi valutato più direttamente in base ai risultati e alle performance dei media utilizzati. Nel complesso, l'approccio basato esclusivamente su tempo e materiali è considerato obsoleto, poiché i modelli moderni, come il "Principal Media" o gli approcci basati sul valore/agili, pongono maggiore enfasi sui risultati, sul valore aggiunto e sulla condivisione del rischio.
Quando il modello di business implode: perché l'ondata di fallimenti del 2025 segna non solo una crisi, ma la fine dell'era classica delle agenzie.
Il 2025 segna una svolta storica per il panorama delle agenzie in Germania. Quello che è stato a lungo considerato un settore solido e in forte crescita sta attualmente attraversando un periodo di sconvolgimento senza precedenti. Un'analisi dettagliata del registro delle insolvenze e degli attuali dati di mercato rivela non solo fluttuazioni cicliche, ma anche una crisi strutturale fondamentale nel modello di business delle agenzie. Spinto dalla rivoluzione tecnologica, in particolare dall'intelligenza artificiale, e dalle pressioni macroeconomiche, il settore sta affrontando la più grande ondata di consolidamento della sua storia. Questo rapporto analizza le cause del numero record di insolvenze, esamina il passaggio da fornitore di servizi a fornitore di piattaforme e spiega perché l'uscita o una trasformazione radicale stia diventando l'unica opzione per molti proprietari.
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Le statistiche del fallimento: anatomia di un fallimento record
I dati grezzi dipingono un quadro desolante dell'attuale situazione del mercato. Secondo una recente analisi delle notifiche di insolvenza pubblicate sul portale ufficiale della giustizia federale e statale, nel 2025 è stato raggiunto un massimo storico. Entro la data limite del 10 novembre, 183 agenzie avevano già presentato istanza di insolvenza. Questo rappresenta un raddoppio rispetto all'anno precedente, e questo anche prima della fine del quarto trimestre, che tradizionalmente viene spesso utilizzato per le rettifiche di bilancio. Proiezioni prudenti suggeriscono che il traguardo psicologicamente ed economicamente significativo di 200 insolvenze di agenzie sarà ampiamente superato entro la fine dell'anno.
Questo sviluppo non è nato dal nulla, ma è il risultato di un mix tossico che si sta sviluppando dal 2022. Mentre il 2022 e il 2023 sono stati ancora caratterizzati da un certo grado di resilienza, la curva è in crescita esponenziale dal 2024. Complessivamente, circa il 3% degli operatori di mercato è scomparso involontariamente negli ultimi due anni. Ma la quantità di insolvenze è solo un lato della medaglia; la qualità delle aziende colpite mostra che non sono colpite solo le piccole imprese sottocapitalizzate, ma anche le medie imprese consolidate, le cui strutture di costo non si sono adattate abbastanza rapidamente alla nuova realtà.
Domanda di sistema: la fine del fornitore di servizi classico
Il nocciolo della crisi è più profondo di un semplice crollo degli ordini. Si tratta di una crisi d'identità per l'intero settore. Il primo Digital Agency Summit in lingua tedesca ha messo a fuoco questo tema e ha rivelato una dolorosa verità: il classico modello "tempo e materiale", ovvero la vendita di manodopera in cambio di un compenso, sta raggiungendo i suoi limiti economici.
Il futurista Joachim Graf, una delle voci più in vista nel mercato digitale di lingua tedesca, lo sostiene con i dati attuali degli studi di iBusiness. La minaccia è esistenziale: da un lato, i margini nel business tradizionale basato su progetti si stanno erodendo, poiché i clienti gestiscono sempre più i budget internamente o li perdono a favore di piattaforme automatizzate. Dall'altro, l'intelligenza artificiale sta emergendo non solo come strumento, ma anche come sostituto di intere catene del valore. La questione se la consulenza – a lungo considerata un porto sicuro e una fonte di margini elevati – possa rappresentare una salvezza richiede un approccio articolato. La consulenza è scalabile solo se non è legata alla presenza fisica di esperti senior, il che a sua volta mina il modello di agenzia tradizionale.
Il primo Digital Agency Summit in lingua tedesca è stato organizzato da iBusiness (Hightext Verlag, Monaco di Baviera) il 3 dicembre 2025 e si è svolto come evento online.
La conferenza è stata concepita come una piattaforma di informazione e discussione specificatamente rivolta ai dirigenti e ai membri del consiglio di amministrazione delle agenzie. Era rivolta ai decisori delle agenzie digitali che desideravano scambiare idee e fare networking sul futuro del business delle agenzie in un periodo di rapidi cambiamenti.
Il Digital Agency Summit si è svolto nell'ambito della Future Conference 2025 di iBusiness, della durata di tre giorni, e ha costituito la seconda giornata della conferenza, il 3 dicembre. Tematicamente, il summit ha affrontato argomenti come lo sviluppo strategico dei portafogli delle agenzie con l'intelligenza artificiale e l'automazione, nonché l'acquisizione e la vendita di successo di agenzie digitali.
Il dilemma del preponente: quando l'agente diventa commerciante
Nel contesto di questo cambiamento strutturale, la società di ricerche di mercato Forrester prevede una radicale ridefinizione del ruolo delle agenzie entro la fine del 2026. La tesi è provocatoria, ma economicamente plausibile: le agenzie dovranno abbandonare il loro ruolo classico di "agenti", ovvero di rappresentanti fiduciari degli interessi dei propri clienti, per trasformarsi in fornitori di piattaforme e distributori dei propri prodotti e tecnologie.
Questo cambiamento è esemplificato dal termine "principale media". In questo modello, le agenzie negoziano l'inventario pubblicitario per conto proprio e a proprio rischio. Acquistano reach e asset media a basso costo, li potenziano con dati e tecnologia e li rivendono ai propri clienti con un margine. Da una prospettiva economica, questo rappresenta un enorme cambiamento nella creazione di valore: si passa dai servizi creativi all'arbitraggio, dove convergono capitale, tecnologia e controllo sull'inventario.
Per il mercato, questo si traduce in significativi guadagni di efficienza nel breve termine. Tuttavia, il prezzo da pagare è un'erosione dell'identità culturale e creativa. Quando l'attenzione è rivolta al margine attraverso la vendita di prodotti, la consulenza neutrale diventa obsoleta. Il conflitto tra l'interesse del cliente (il miglior servizio al miglior prezzo) e l'interesse dell'agenzia (vendere il proprio inventario per massimizzare il margine) è insito nel sistema. L'agenzia si trasforma da partner in fornitore. La domanda cruciale, quindi, è: quanto può un'agenzia diventare un fornitore prima di mettere a repentaglio il proprio marchio e, di conseguenza, la fiducia dei clienti?
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Dalle tariffe orarie alle piattaforme scalabili: come le agenzie possono risparmiare sui propri margini nell'era dell'intelligenza artificiale
Il paradosso del calzolaio: il branding per i propri scopi
Un aspetto spesso trascurato nell'analisi della crisi delle agenzie è la mancanza di visibilità delle agenzie stesse. Il vecchio adagio secondo cui i figli del calzolaio vanno a piedi nudi si rivela fatalmente vero nel settore digitale. Mentre le agenzie progettano complesse architetture di comunicazione per i loro clienti, trascurano clamorosamente la costruzione del proprio brand.
In un mercato caratterizzato da eccesso di offerta e intercambiabilità, l'"agenzia invisibile" diventa la prima vittima dei tagli al budget. Un brand di agenzia debole porta a una debole posizione negoziale sui prezzi e rende l'azienda vulnerabile alla pura concorrenza sui prezzi. Tuttavia, questo rappresenta anche un'enorme opportunità per chi investe in modo anticiclico. Non è mai stato così facile ottenere visibilità attraverso un posizionamento chiaro e una comunicazione coerente (leadership di pensiero). Chi riesce a posizionarsi non come un "tuttofare", ma come un fornitore di soluzioni specializzato può sfuggire alla generale tendenza al ribasso. Il self-marketing non è più un lusso, ma una questione di sopravvivenza.
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L'organizzazione nativa dell'intelligenza artificiale: leadership nell'era della competenza algoritmica
La pressione tecnologica richiede non solo nuovi modelli di business, ma anche un nuovo stile di leadership. "Essere leader nell'era dell'intelligenza artificiale" significa molto più che semplicemente introdurre licenze ChatGPT per i dipendenti. Si tratta di trasformarsi in un'organizzazione "AI-native".
I CEO devono comprendere che l'intelligenza artificiale sta sconvolgendo le gerarchie tradizionali e i percorsi di carriera nelle agenzie. La piramide di molti dipendenti junior che fornivano supporto e pochi dipendenti senior che perfezionavano il lavoro si sta capovolgendo. L'intelligenza artificiale sta prendendo il sopravvento. In questo contesto, leadership significa dare ai team gli strumenti per utilizzare l'intelligenza artificiale come sparring partner e prendere decisioni radicalmente basate sui dati. Una base dati centralizzata sta diventando la risorsa principale dell'agenzia. Chi non ha il controllo sui propri dati non può addestrare o implementare l'intelligenza artificiale in modo efficiente. Il leader del futuro non è tanto il carismatico direttore creativo vecchio stile quanto l'architetto di sistemi che orchestrano la creatività umana e l'efficienza delle macchine.
Dalla paga oraria all'asset: l'economia dei prodotti scalabili
Forse la risposta strategica più importante alla crisi è il passaggio da modelli di business basati esclusivamente sui servizi a modelli basati su prodotti e asset. La pressione al cambiamento dovuta a cicli di innovazione brevi, carenza di competenze e budget ridotti rende poco attraente la semplice "vendita di ore".
Un approccio promettente è lo sviluppo di modelli open-core e soluzioni software proprietarie. La piattaforma swoox.io esemplifica questo approccio. In questo caso, un'agenzia ha riconosciuto, sulla base della propria esperienza, che i problemi ricorrenti nei progetti dei clienti non dovrebbero essere risolti manualmente ogni volta. Sviluppando una propria soluzione software (in questo caso per l'automazione o l'ottimizzazione dei processi), l'agenzia ha ampliato strategicamente il proprio portafoglio di servizi.
La leva economica è enorme: invece di dedicare ore di sviluppo a ogni progetto, che possono essere fatturate una sola volta, l'agenzia vende licenze o canoni d'uso per la sua tecnologia. I servizi correlati – implementazione e consulenza – rimangono, ma diventano scalabili e più redditizi grazie al prodotto. I clienti beneficiano di risultati più rapidi e di accesso alle innovazioni, mentre l'agenzia si svincola dallo scambio diretto di tempo e denaro e crea valore aziendale sotto forma di proprietà intellettuale.
Strategie di uscita sotto pressione di consolidamento: il tempismo è tutto
Date le dinamiche di mercato, molti proprietari stanno valutando un'uscita. Il momento sembra paradossale: perché vendere quando il settore è in crisi? Eppure è proprio questa pressione a trainare l'attività nel mercato M&A (fusioni e acquisizioni). Thomas Keller e Magnus Schubert, esperti in transazioni di agenzie, sottolineano che la domanda di agenzie "buone" rimane elevata nonostante – o forse proprio a causa – dell'entusiasmo per l'intelligenza artificiale.
Gli acquirenti, spesso grandi reti di agenzie o investitori di private equity, non sono alla ricerca di casi di ristrutturazione, ma piuttosto di asset specifici: eccellenza tecnologica, profonda competenza di settore in mercati di nicchia o relazioni consolidate con la clientela, che possano essere ampliate. Dal punto di vista del venditore, la "preparazione" è fondamentale. Un'agenzia è pronta per la vendita quando opera in modo indipendente dal proprietario, ha flussi di entrate stabili e ricorrenti e può presentare una storia chiara per il futuro (ad esempio, l'integrazione con l'intelligenza artificiale).
Il processo di vendita oggi richiede una preparazione più professionale rispetto a cinque anni fa. Gli indicatori chiave di prestazione (KPI) devono essere centrati, il management di secondo livello deve essere operativo e la dipendenza dai singoli clienti principali deve essere ridotta al minimo. Chi vende oggi spesso non lo fa per necessità, ma con lungimiranza strategica, puntando a diventare parte di un'entità più ampia e sostenibile. Il mercato si sta consolidando in modo spietato: è una questione di "mangiare o essere mangiati".
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- Operazione “Happy Agency Life”: quando le agenzie si reinventano ogni pochi anni e dimenticano chi volevano realmente essere
L'agenzia è morta, lunga vita alla piattaforma!
L'ondata di insolvenze del 2025 non è un fenomeno temporaneo, ma piuttosto il sintomo di un definitivo riassetto del mercato. Il modello della classica agenzia digitale full-service, che può fare un po' di tutto e si affida principalmente al personale, è obsoleto. Il futuro appartiene alle boutique tecnologiche specializzate che possiedono la propria proprietà intellettuale o ai grandi player di piattaforme che combinano efficacemente media e tecnologia. Per i proprietari, questo significa o una radicale trasformazione del loro modello di business verso prodotti e servizi basati sull'intelligenza artificiale, oppure un ritiro ordinato attraverso una vendita strategica. Un approccio "business as usual" è l'unica strategia che garantisce un posto nelle statistiche sulle insolvenze del 2026.
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